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11/08/12

Charme & Relax di Teresa Mincione - Sardegna: il lusso diventa relax al Golf Hotel Is Arenas.



Semplicemente un paradiso! A vederlo non potrebbe dirsi altro. Il Golf Hotel Is Arenas è la piccola perla racchiusa nella parte più incontaminata e affascinante della Sardegna. Un’enorme pineta  di 750 ettari, considerata area naturale protetta, fa da sfondo.  E’ lungo la costa occidentale, nei pressi di Oristano, che questo resort a 5 stelle diviene simbolo di svago, sapori genuini e  relax. Per quanti desiderano riappacificarsi con l’anima,  qui il silenzio sarà curativo.  Il lusso si fonde con la ricercatezza dei materiali: marmo sardo, preziosi tessuti,  pietre alle pareti esterne e travi in legno di castagno..tutto nel pieno rispetto della natura. Fiore all’occhiello del resort sono le 18 buche del campo da golf, un percorso imponente e stuzzicante tanto per gli intenditori quanto  per i neofiti che avranno a disposizione maestri d’eccezione per poter guadagnar strada più velocemente.  

 Potersi dilettare nel proprio relax, giocando, ma nello stesso tempo potersi godere al fresco dei pini il panorama,non ha prezzo. La scelta delle sistemazioni è amplissima: Classic, Junior e Superior, tutte molto  luminose e dal design  minimal. Per  noi che amiamo coccolarci comodamente e con privacy assoluta garantita,  la Super Suite con i suoi 100 mq nel bel mezzo della  pineta, credo proprio che andrà a pennello. 





L’immenso giardino ci ospiterà la sera, quando al calar del sole lo sfondo farà da cornice ai nostri momenti magici e romantici. Il silenzio raccolto potrà allora esser violato con un leggero e leggiadro suono di splendidi calici ricchi di ricercatissime bollicine. La ristorazione del Golf Hotel Is Arenas è diffusa in più punti del resort, così che gli ospiti possano scegliere in ogni momento quali prelibatezze assaggiare preparate dai vari chef nelle zone più suggestive del resort. Non si finisce mai di meravigliarsi: interamente in marmo,  la piscina è dotata di idromassaggio a varie intensità.  Non resta che cancellare gli impegni in agenda signore …


Teresa

11/01/12

Dettagli di Raffella Maiullo - Fabrizio, una passione eterna


Lui. Per lui non sono in grado di esprimere un pensiero che abbia la forma delle parole. Ci ho provato milioni di volte e ogni volta mi vengono in mente sempre frasi, sconnesse senza senso. Ma del resto, cosa potrei mai dire di uno che quando rideva sembrava che si fossero riuniti tutti gli dei in cielo? Di quello stesso uomo che dopo essere stato tenuto sotto sequestro per più di quattro mesi nell’Hotel Supramonte, due metri e mezzo per uno quadrati, forse addirittura triangolari dedica un disco ai suoi sequestratori  dove li “giustifica” perché loro non c’entravano niente, perché loro erano soltanto vittime, che l’unico colpevole era il loro mandante. Lui, lo stesso che è nato sotto le note di Valzer per un amore. Lo stesso che amo così tanto da farmi fermare il respiro tutte le volte che sento la sua voce. Perciò voglio appellarmi a una donna, che era sua amica, che lo amava ma era anche era anche una scrittrice bravissima. Fernanda Pivano.
“C'era una volta un bambino bellissimo. Era biondo. Gli piaceva guardare il mare e sognare, guardare le nuvole e sognare, guardare le bambine e sognare. Viveva con una mamma bellissima, un papà bellissimo, un fratello bellissimo, una nonna bellissima, in una casa bellissima, in una città bellissima. Poi era cominciata la scuola, che non era bellissima, e il bambino preferiva restare nascosto per strada, dove vedeva il mare e le nuvole, lo scirocco che sugli scogli diventava libeccio, i gabbiani eleganti che planavano adagio sulla spuma arricciata. I maestri non erano bellissimi, e il bambino preferiva tornare presto a casa, guardare i libri del papà, ascoltare i racconti della mamma, inventare storie col fratellino. Poi la mamma bellissima gli aveva messo vicino un violino e un maestro, e il bambino non si divertiva a studiarlo, dava al maestro dei pasticcini di panna perché suonasse per lui e invece di suonare leggeva favole di viaggio, finché la mamma se ne era accorta, ohi ohi ohi, lezioni e pasticcini erano finiti, ma non era finito il mare, non erano finite le nuvole, non erano finiti i sogni. Se ne era accorta la bellissima nonna, e aveva portato il bambino in campagna, gli aveva fatto vedere le piante e le foglie, quando escono piccole, bellissime da un ramo, e diventano grandi ma sono sempre bellissime; gli aveva fatto vedere una carota rosata diventare grande e bellissima, un pomodoro diventare rosso e bellissimo, l'erba diventare verde e bellissima. Intanto una bambina bellissima cantava una canzoncina qualunque, e al bambino era sembrata bellissima e la cantava con lei, e poi senza di lei; la cantava e sognava le nuvole e i boschi, sognava i prati e i profumi, i sorrisi e le lacrime: sognava il mondo bellissimo che c'era lì attorno. Poi, sempre bellissimo ma non più bambino, un'estate ha conosciuto in Sardegna prati e boschi in collina, profumi e fiori nell'aria, delfini e rocce nel mare, sempre bellissimi, che gli hanno fatto vedere soltanto sorrisi, perché anche le lacrime erano bellissime, ormai: erano lacrime, ma già dell'amore. Così in Sardegna è rimasto: era diventato un ragazzo e poi un uomo bellissimo, aveva fatto figli bellissimi e sempre bellissimi sogni. Ma i sogni oramai li chiamava canzoni”. 

Buon ascolto: .http://www.youtube.com/watch?v=Hs2RKXqzrIg

Raffaella