Osservando le sue
opere ci si ritrova catapultati in un mondo che apparentemente pare essere
quello di una favola inquietante. La prima cosa che ho pensato appena mi ci
sono trovata d’avanti è stata il Mago di Oz, ma con Doroty & co non ha
nulla a che vedere. Il mondo di Thomas Doyle disfa completamente ogni certezza.
Le sue istallazioni sono volutamente disposte in un disordine organizzato.
Sfere, anzi, mondi sferici che contengono vita. Piccoli umanoidi intenti nelle
loro faccende completamente incuranti delle macerie che li circondano. Lo
scenario è molto simile in ogni opera.
Una casa distrutta dalla furia di un
uragano e macerie ovunque ma si può tranquillamente vedere un uomo che taglia
l’erba in giardino oppure dei bambini che giocano a palla. Microcosmi
realizzati con una minuzia certosina che lasciano poco spazio
all’improvvisazione. Tutto è organizzato secondo un assetto spaziale ben
distribuito. Le forme pur nel loro caos sono ben distribuite e si incastrano
tra loro con estrema facilità. L’artista vuole sollecitare l’osservatore e
renderlo cosciente del suo assopimento, proiettando la sua immagine nell’uomo
che ignora il circostante, fatto di distruzione e detriti, e continua nella sua
routine quotidiana. Vi consiglio di dare un’occhiata alle opere nel suo sito: http://www.thomasdoyle.net/
Raffaella
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