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06/05/12

Charme & Relax di Teresa Mincione - SOAVE:VISTA SUi VIGNETi ALLA LOCANDA DELLE MUSE


“ Soave da vedere, da gustare e da ricordare”. Son le sagge e dolci parole d’un signore che mentre m’ allontanavo dalla città ci tenne a regalarmi. Proprio così amiche, è un posto incantato e incantevole a trecentosessanta gradi. Forse qualcuna incorrerà in errore, ma Soave esiste davvero. Racchiusa tra le dolci e verdi colline a pochi km da Verona, è una città-scrigno, cinta da mura e abbracciata dalle vigne. Quasi a  simboleggiare lo stretto legame tra la viticoltura e la città. Non a caso il vino prende nome da qui che si produce da secoli. In quasi 3 km di mura, in cui consta l’intero perimetro della città,  son gelosamente custoditi tanti tesori del passato che parlano di storia. Chiese e palazzi antichi fanno da contorno al punto di forza: Il Castello di Soave. 

Un mozzafiato maniero situato sulla punta più alta della città quasi fosse una vedetta. Simpatici “i numeri” del posto:  otto porte, due strade e un maniero. Non un itinerario questa volta… non ce n’è bisogno. L’intera città è un unico itinerario. Lo sguardo si perde tra gli incantevoli scorci. Da non perdere La Porta Verona, quella dalla quale si entra in città. Tutto è caratteristico,  ma impossibile perdersi quella che tanti chiamano la STRADA DEL SOAVE ove l’amore per il vino traspare da  vigneto in vigneto. 

Immersa in questo splendido contesto LA LOCANDA DELLE MUSE è il perfetto punto di relax. Stile e semplicità il binomio perfetto. 


La cura dei dettagli e dei particolari fanno da linee guida. Il nostro soggiorno sarà accuratamente coccolato. Il palato non verrà di certo trascurato tra le genuinità dei prodotti tipici locali in abbinamento al vino che della città ne parla e decanta. 

Che dire.. la si guarda e si resta incantati, la si “assaggia” dai suoi prodotti e la si ama … la si degusta attraverso un calice di vino e non la si dimentica.  Cin cin … e buona passeggiata soave a tutte…
Alla prossim!

Teresa

27/02/12

Fashio Food di Tonia Credendino - Matrimoni (im)possibili- Mozzarella di Bufala Campana DOP convola a nozze



La Mozzarella di Bufala Campana DOP convola a nozze, vuole sposare un vino ma vuole che sia il vino giusto e per trovare il marito perfetto ad uno dei più rinomati prodotti italiani è stato indetto addirittura un concorso che in ben 23 tappe-degustazione coinvolgerà tutte le regioni italiane. 

Il giro dei locali, in tutto 23, terminerà il 28 febbraio a Milano, ma il culmine di Bufala & Wine Wedding ci sarà soltanto sabato 10 marzo presso la sede di Napoli del Gambero Rosso, la Città del Gusto, i 20 vini selezionati verranno assaggiati in abbinamento con piatti innovativi preparati da giovani chef emergenti, sperimentali ma tutti rigorosamente a base di Mozzarella di Bufala Campana Dop.


La Mozzarella di Bufala Campana Dop è certamente uno dei prodotti più amati dai buongustai italiani e stranieri; ottima da sola, straordinaria come ingrediente in varie ricette, questa eccellenza Made in Italy riscuote unanimi consensi sulle tavole di tutto il mondo. 
Ma, secondo un luogo comune, sembrerebbe essere particolarmente difficile da abbinare a qualsiasi vino, tanto che il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop ha lanciato l’operazione “Bufala & Wine Wedding” a livello nazionale.


Domenico Raimondo, Presidente del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop lo conferma: “Ovunque andiamo ci sentiamo fare la classica domanda: ma voi con cosa suggerite di abbinare il vostro prodotto? E a furia di sentircelo ripetere abbiamo deciso di organizzare una sorta di challenge a livello nazionale, per scoprire i vini italiani che meglio si accompagnano al nostro prodotto”.
Un matrimonio da non perdere. Così recita l’invito della fresca iniziativa del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana che cerca l’abbinamento perfetto tra latticini e vini di ognuna delle regioni italiane. Una batteria di “qualificazioni” per selezionare i vini che parteciperanno alla finale di Napoli per suggellare il matrimonio perfetto.


A mio parere, un gioco divertente che vuole unire due passioni e due bandiere italiane in un calendario ricco di appuntamenti. L’evento, infatti, sta riscuotendo una certa curiosità e grande successo, l’attenzione verso questo prodotto straordinario della nostra regione, irripetibile altrove, è alta. Sino ad ora le sorprese sono state non poche, infatti in Piemonte il panel di degustatori ha scelto un dolcetto, mentre in Sicilia un nero d’Avola, e qui ci verrebbe da inorridire, ma si tratta di un nero d’Avola atipico, sottile, agile e poco tannico. In Campania le tappe saranno tre, la prima non poteva non essere che a Caserta al ristorante Le Colonne di Rosanna Marziale, ambasciatrice della mozzarella di bufala Campana dop.



All’evento ho partecipato anch’io e il verdetto finale ha sorpreso un po’ tutti, con ampio consenso dei presenti, è stato scelto il Rosato del Volturno di Terre del Principe come miglior compagno di vita della mozzarella. Allora tantissimi auguri al Rosato del Volturno 2010 di Terre del Principe, follemente innamorato delle rotondità della mozzarella, signorina dalla personalità esuberante che il 10 marzo alla Città del Gusto di Napoli deciderà quale vino italiano fa al caso suo.


“Un matrimonio da non perdere”, vi accompagnerà tutta la settimana alla ricerca di matrimoni inaspettati, impossibili, desiderati, sfiorati, tutti da leggere!!
Buona lettura su Emme Mag!!

30/01/12

Fashion food di Tonia Credendino - La Rioja d’inverno


La Spagna d’inverno? Perché no, e non solo per le classiche settimane al tepore dell’Andalusia o al mare delle Baleari lontano dalla torcida turistica estiva, o magari a cogliere tendenze sulla ramblas di Barcellona.
Teresa è il caso di dire hai fatto centro …. sarebbe proprio il caso di fare un salto in questa straordinaria regione ma intanto beccatevi questo brioso approfondimento.






La Rioja è una regione speciale che d’inverno riserva richiami speciali. Cercatela sulla carta geografica della penisola iberica. Non è facilissimo trovarla. E’ al Nord, ai piedi dei Pirenei a un centinaio di chilometri all’interno partendo da Bilbao e dall’Atlantico. Il capoluogo è Logrogno, una linda cittadina di poco più di 80 mila abitanti, famosa per il suo ponte sull’Ebro che segna una tappa obbligata del Cammino verso Santiago di Compostela che dista 653 chilometri.


"La Tierra con nombre de vino" declama lo slogan adottato dal governo regionale che lo ricorda anche nel sito www.latierraconnombredevino.com. La Rioja è la più piccola regione amministrativa di Spagna, una sorta di nostrano Molise. Non più di 5000 mila chilometri quadrati attraversati dal fiume Ebro che scende verso il Mediterraneo e la Catalogna. Clima atlantico con influenze mediterranee, un bel mix. E’ il vino, il grande richiamo di regione in grado di offrire anche d’inverno la sorpresa di esplorazioni enologiche in cantine storiche tra le più grandi d’Europa, oppure in avveniristiche strutture firmate da architetti famosi che hanno dato alle case del vino forme nuove e sorprendenti. Incontri suggestivi, punteggiati anche dalla visita a castelli e monasteri che hanno fatto da sfondo ad alcuni degli avvenimenti più importanti della storia spagnola. Su versanti aspri e soleggiati ai piedi della serra la vite è coltivata da sempre, portata dai romani e custodita dai cistercensi. La Rioja vanta la prima denominazione di origine di Spagna che risale al 1926. L’uva regina è il tempranillo, a bacca rossa, così come la garnacha, il mazuelo e il graciano, ma non mancano interessanti varietà bianche come la viura e la malvasia. Ne producono in tutto poco meno di 300 milioni di litri che troverete nelle principali tipologie di blanco, rosado e soprattutto tinto (ovvero rosso) joven o maturado, dell’annata o di un solo anno di siesta (così definiscono l’affinamento da queste parti). Dopo i due anni il vino conquista il titolo di crianza, se matura ancora fino a tre anni diventa riserva e dai cinque-sei anni in avanti ecco le gran reserva. E’ proprio questo viaggio a ritroso nel tempo che caratterizza i vini della Rioja e li ha fatti conoscere nel mondo. Il punto di partenza può essere senza esitazioni la cittadina di Haro, verso il nord sulle rive dell’Ebro. Qui fin dall’Ottocento c’è la più grande concentrazione di bodegas (cantine) e case vinicole.
L’influenza francese è evidente. La tecnica della botte piccola nella Rioja ha fatto scuola facendo nascere anche ottime fabbriche di tonnellerie che lavorano legno di rovere di Slavonia e dal Nord America. Le gallerie sovrapposte, che dalla collina vanno fino al fiume, dove un tempo c’erano i barconi pronti a trasportare il vino, sono un esempio di archeologia eno industriale che ha pochi eguali in Europa: le cattedrali sotterranee della Canelli degli spumanti, il mito della maisons de Champagne di Epernay e le case-cantina di Tokaj. 
Ma se le bottiglie non vi bastano potreste anche adottare un’intera barrique con il vostro nome ben stampigliato sul legno che sarà amorevolmente custodita in un’altra azienda della zona, creata da David Moreno (www.davidmoreno.es).
Il tour invernale della Rioja oltre che la visita al vasto e ricchissimo museo del vino della Dinastia Vivanco (www.dinastiavivanco.com) non può che passare anche per la tavola. A Logrono ogni sera le vie del centro e i particolare la Calle del Laurel si animano e offrono tapas di ogni forma e gusto. Decine di locali da “pincios”, con pochi euro salumi piccanti, stuzzichi di pesce, verdure, funghi, carne rosolata. Il tutto con vino giovane o birra. Una tradizione vivissima anche tra i giovani.
E nei tanti ristoranti non fatevi mancare il baccalà alla riojana e la costoletta d’agnello cotta sulla brace dei sarmenti di vite (ciulettas). Un indirizzo giusto è il ristorante Venta de Moncalvillo in località Daroca de Rioja che vi sorprenderà con la carne e il pesce cucinati in sottili ciotole di argilla da rompere in tavola al momento del servizio (www.ventamoncalvillo.com).

Cosa dire ancora …. basta così, corro a prenotare il volo per me e Teresa!!

29/01/12

Charme & Relax di Teresa Mincione - Spagna,ELCIEGO: un cin cin rilassante all’Hotel Marques De Risca.

Al dire “Spagna” quali sono le prime cose che ci balzano in mente?  Di sicuro tre idee sarebbero tra le prime: Architettura,corrida e vino ( forse la terza solo per le amanti della degustazione).  Nulla è per caso .. e questa settimana vi porto con me nel cuore della regione vitivinicola della Rioja, denominata  così poiché prende il nome da un affluente dell’Ebro, il Rio Oja. Proprio qui l’HOTEL MARQUES DE RISCAL struttura particolarissima progettata dal famoso architetto Fank O. Gehry .



E’ il suo secondo capolavoro dopo la rinascita urbana di di Bilbao con il Guggenheim Museum.  Ciò che lo rende imparagonabile sono le linee con cui si spiega l’intera costruzione: tonde, ondeggianti e asimmetriche. E che dire della vista mozzafiato sui vigneti  e sull’intera città di Elciego? Rimarrete incantate e ammaliate! Il ristorante principale dell’hotel  Echaurren è considerato uno dei centri leader in Spagna per la gastronomia di qualità,  potendosi fregiare anche di una stella Michelin.



Una cucina tradizionale che ben si lascia ammaliare dalle influenze culinarie  più moderne. Un ambiente più informale dove trascorrere  un po’ del nostro tempo tra chiacchiere e confidenze è il wine bar o se volessimo  esser stupite dagli effetti scenici paesaggistici potremmo salire all’ultimo piano dove il lounge con la sua vista panoramica ci concederà qualche sorriso in più.. Ancora, un angolo degustazione vini per i più curiosi e gli amanti del buon bere.


Se potessi ci rimarrei qualche settimana, magari alla scoperta di vigneti e cantine che qui non mancano assolutamente.  Un po’ dello spirito che c’è in vigna,  al centro di vino terapia con la sua vasta gamma di massaggi a tema. Qui c’è da perdersi tra le gocce del nettare più dolce e profumato! Bacco regna sovrano! E allora … pronte a rilassarvi? Per iniziare un impacco al miele  e agli estratti d’uva per idratare la pelle …  un altro agli oli di semi d’uva più energizzante. Magari per un relax totale un’applicazione di argilla calda e oli essenziali . Il top? L’immersione in un barile pieno di oli caldi e vinacce per  un effetto tutto da scoprire! Il Calice di vino  è di default … con Bacco a tenerci compagnia tutto può succedere!  Alla prossima ..e  cin cin!

TERESA

09/01/12

Fashion Food di Tonia Credendino - Che sogno Saint-Émilion: La collina dei mille vini


Che bella Saint-Émilion … ringrazio la mia amica Teresa che ieri mi ha fatto sognare affascinata e trasportata alla scoperta di uno dei magnifici Chateaux di Saint Emilion nel cuore della Bordeaux che ha tempestivamente riaperto il cassetto del corso di enologia francese di qualche anno fa. 

 

Saint-Emilion è una cittadina di stampo quattrocentesco, nata intorno alla grotta dell’eremita Emiliano. Si trova a nord-est del Bordolese e si caratterizza per le molte gallerie sotterranee: una vera città nella roccia.
Saint Emilion è uno dei luoghi più belli e affascinanti del mondo vitivinicolo, dove tutto è pervaso dallo spirito del vino e dei ritmi della natura, in un tutt'uno dove storia, cultura e territorio danno "un senso" al vino.
I vini di Saint Emilion vantano peraltro una tradizione antichissima. Infatti, il sorgere di Saint Emilion come zona di produzione di eccellenza è storicamente legato al matrimonio tra Eleonora d’Aquitania ed Enrico il Platageneto e alla successiva nascita di Giovanni senza Terra, il quale, concedendo nel 1199 grandissima libertà nel commercio di vino tra Gran Bretagna e Francia, spronò i contadini locali a impiantare la vite ovunque, su qualsiasi terreno. Questo spiega anche i diversi terroir presenti - calcareo, pietroso e sabbioso - e dunque l'estrema varietà di questi vini.


Merlot e Cabernet Franc sono i vitigni più coltivati e predominanti nell’uvaggio. Per fregiarsi del privilegio di mettere in etichetta il termine Grand Cru, il vino deve subire una doppia degustazione: la prima avviene l’anno successivo alla vendemmia, la seconda due anni dopo. I Grands Crus Classés, invece, sono stati classificati nel 1954. In base alla qualità, al vertice della classifica ci sono Cheval Blanc e Ausone, definiti Premiers Grands Crus Classés A. Cheval Blanc è uno dei Crus più grandi dell’AOC: può contare su terreni ciottolosi e sabbiosi e punta a uvaggi dove è predominante il Cabernet Franc, che qui regala vini eccellenti. Château Ausone è invece posto alle pendici della Grande Côte, nella parte meridionale di Saint-Emilion, e gode di terreni argillosi e calcarei, molto ben esposti.




Starei qui con voi ore e ore e giorni, a raccontare della Francia e in particolare di Saint-Émilion ma vi lascio con la cover di un libro che meglio di me saprà guidarvi ad imparare e a conoscere il Saint Émilion, un vino dalla forte personalità che si distingue soprattutto per la sua unicità aromatica. Oltre alle note storiche, il volume insegna ad acquistarlo, fornendo gli indirizzi dei migliori produttori, a degustarlo e ad abbinarlo ai differenti piatti. (Saint-Émilion. Il territorio. La degustazione. Ritratto di un vino di Durand-Viel Sébastien collana Manuali Fabbri).
http://www.saint-emilion-tourisme.com/

02/01/12

Fashio Food di Tonia Credendino- Buon Anno con Donnachiara


Come direbbero gli inglesi, voglio augurarvi “Cheers to you, Cheers to me, Have a Happy New Year!”, e farvi i migliori e più sinceri auguri di un sereno, scoppiettante, spumeggiante Anno Nuovo.

Come promesso, si apre il nuovo anno lavorativo con la seconda tappa nel mondo del vino cheap and chic, e vi conduco precisamente a Montefalcione (AV), azienda vinicola Donnachiara.

Il marchio Donnachiara,nasce dal desiderio di Chiara Petitto di dedicare la cantina vinicola alla nonna Chiara, nobildonna nata nel 1883 e vissuta al tempo dei due conflitti mondiali.
Irpina di nascita, Chiara Petitto, cresce in una famiglia proprietaria sin dall’800, di splendidi vigneti di aglianico, che le insegna l’amore per queste terre generose. La passione si tramanda in linea femminile, Ilaria Petitto, figlia di Chiara, rappresenta infatti la quinta generazione di questa antica tradizione fatta di profumi e magiche atmosfere. Da qui nasce un’azienda vitivinicola che rappresenta un piccolo gioiello di forme e sostanza. Ubicata in un territorio splendido dalla millenaria vocazione vinicola l’azienda è dotata dei più innovativi strumenti per il controllo, la vinificazione e la conservazione dei grandi vini irpini. 


La qualità dei prodotti è il fulcro della filosofia aziendale, il cuore di una missione tanto semplice quanto difficile, che poggia le sue basi naturali sui vigneti di proprietà in grado di ricambiare tanta passione regalando uve di grande forza e nobili vini, capaci di evocare i valori delle terre d’Irpinia con un’eleganza riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.
  



















Una bellissima storia la loro, tutta da scoprire che ritroviamo in una delle loro opere migliori, il Taurasi Docg, il vino che ho scelto per le mie lettrici, rubino coeso, con sentori balsamici e fruttati, di buona compattezza si esprime in una sinfonia di more, mirtilli, bacche di ginepro, rosmarino, noce moscata. In bocca di forte spessore con tenore alcolico ben supportato da una graffiante trama tannica. Un vino che prima di mostrarsi allo scoperto resta in affinamento un anno in botte e due in vetro.
 

Buona beva, buon anno ancora a tutti voi!!

Tonia

05/12/11

Fashio Food di Tonia Credendino - Le donne e il vino...


Donne e motori son gioie e dolori, dice un vecchio proverbio; donne e vino, invece, sembrano essere un’accoppiata sempre e solo vincente.
Sono sempre più numerose le donne che mostrano interesse per il vino, si documentano per vivere il rito della degustazione in maniera più consapevole, infatti aumentano di giorno in giorno le donne che partecipano ai corsi di sommelier e che aspirano a diventare vere professioniste del settore enologico. 
Per quanto mi riguarda la lampadina si accese circa dieci anni fa e tutto ebbe inizio con la delegazione AIS di Caserta, dove partecipai al primo livello del corso di sommelier e poi il secondo e anche il terzo livello … passando per la qualifica di degustatrice ufficiale conseguita a Brescia.
A quanto pare il mio caso non è isolato, infatti le donne oggi che si avvicinano al vino sono giovani e cominciano intorno ai venti anni e coltivano questa passione fino alla maturità.
Nell’immaginazione collettiva la donna preferisce bere solo vini dolci, leggeri e preferibilmente bianchi, in realtà la donna apprezza e riconosce il buon vino e, al contrario, di quello che comunemente si pensa, cari amici uomini, la donna ama particolarmente i vini fermi e secchi, i vini rossi, maturi e strutturati. 
Donne… calici in alto, ha inizio un viaggio nell’enologia tricolore, all’insegna della passione per il territorio e alla scoperta di un panorama vitivinicolo affascinante.
Questa settimana vi presento, Castello delle Femmine, il nome intrigante ha una sua storia, deriva dal “Castrum foeminarum” nei pressi di Caiazzo, dove a cavallo tra XII e XIII secolo, alle ragazze veniva insegnata l’arte dell’amore e dell’esser cortigiana. 


Conosco molto bene questo vino, frutto dell’amore tra Peppe Mancini e Manuela Piancastelli di Terre del Principe, eleganza, equilibrio e tipicità nel bicchiere. Casavecchia e Pallagrello interpreti autoctoni del territorio, presenti in egual percentuale creano un blend immediato e baldanzoso. Luminoso quando ruota nel calice e consistente, ha un profilo aromatico intenso e variegato. In primo piano sentori di humus e speziati, di cacao. Aprono la strada alla passerella della ciliegia fresca e dei piccoli frutti di bosco. Si colgono note di caffè e di balsamico. Al gusto, la freschezza e una buona struttura alcolica si armonizzano in un giusto equilibrio gustativo che rende questo vino adatto ad accompagnare l‘intero pasto.


Buona beva cheap and chic ….. vi aspetto lunedì prossimo, altro vino altra storia!! Buona settimana.

Tonia