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30/01/12

Fashion food di Tonia Credendino - La Rioja d’inverno


La Spagna d’inverno? Perché no, e non solo per le classiche settimane al tepore dell’Andalusia o al mare delle Baleari lontano dalla torcida turistica estiva, o magari a cogliere tendenze sulla ramblas di Barcellona.
Teresa è il caso di dire hai fatto centro …. sarebbe proprio il caso di fare un salto in questa straordinaria regione ma intanto beccatevi questo brioso approfondimento.






La Rioja è una regione speciale che d’inverno riserva richiami speciali. Cercatela sulla carta geografica della penisola iberica. Non è facilissimo trovarla. E’ al Nord, ai piedi dei Pirenei a un centinaio di chilometri all’interno partendo da Bilbao e dall’Atlantico. Il capoluogo è Logrogno, una linda cittadina di poco più di 80 mila abitanti, famosa per il suo ponte sull’Ebro che segna una tappa obbligata del Cammino verso Santiago di Compostela che dista 653 chilometri.


"La Tierra con nombre de vino" declama lo slogan adottato dal governo regionale che lo ricorda anche nel sito www.latierraconnombredevino.com. La Rioja è la più piccola regione amministrativa di Spagna, una sorta di nostrano Molise. Non più di 5000 mila chilometri quadrati attraversati dal fiume Ebro che scende verso il Mediterraneo e la Catalogna. Clima atlantico con influenze mediterranee, un bel mix. E’ il vino, il grande richiamo di regione in grado di offrire anche d’inverno la sorpresa di esplorazioni enologiche in cantine storiche tra le più grandi d’Europa, oppure in avveniristiche strutture firmate da architetti famosi che hanno dato alle case del vino forme nuove e sorprendenti. Incontri suggestivi, punteggiati anche dalla visita a castelli e monasteri che hanno fatto da sfondo ad alcuni degli avvenimenti più importanti della storia spagnola. Su versanti aspri e soleggiati ai piedi della serra la vite è coltivata da sempre, portata dai romani e custodita dai cistercensi. La Rioja vanta la prima denominazione di origine di Spagna che risale al 1926. L’uva regina è il tempranillo, a bacca rossa, così come la garnacha, il mazuelo e il graciano, ma non mancano interessanti varietà bianche come la viura e la malvasia. Ne producono in tutto poco meno di 300 milioni di litri che troverete nelle principali tipologie di blanco, rosado e soprattutto tinto (ovvero rosso) joven o maturado, dell’annata o di un solo anno di siesta (così definiscono l’affinamento da queste parti). Dopo i due anni il vino conquista il titolo di crianza, se matura ancora fino a tre anni diventa riserva e dai cinque-sei anni in avanti ecco le gran reserva. E’ proprio questo viaggio a ritroso nel tempo che caratterizza i vini della Rioja e li ha fatti conoscere nel mondo. Il punto di partenza può essere senza esitazioni la cittadina di Haro, verso il nord sulle rive dell’Ebro. Qui fin dall’Ottocento c’è la più grande concentrazione di bodegas (cantine) e case vinicole.
L’influenza francese è evidente. La tecnica della botte piccola nella Rioja ha fatto scuola facendo nascere anche ottime fabbriche di tonnellerie che lavorano legno di rovere di Slavonia e dal Nord America. Le gallerie sovrapposte, che dalla collina vanno fino al fiume, dove un tempo c’erano i barconi pronti a trasportare il vino, sono un esempio di archeologia eno industriale che ha pochi eguali in Europa: le cattedrali sotterranee della Canelli degli spumanti, il mito della maisons de Champagne di Epernay e le case-cantina di Tokaj. 
Ma se le bottiglie non vi bastano potreste anche adottare un’intera barrique con il vostro nome ben stampigliato sul legno che sarà amorevolmente custodita in un’altra azienda della zona, creata da David Moreno (www.davidmoreno.es).
Il tour invernale della Rioja oltre che la visita al vasto e ricchissimo museo del vino della Dinastia Vivanco (www.dinastiavivanco.com) non può che passare anche per la tavola. A Logrono ogni sera le vie del centro e i particolare la Calle del Laurel si animano e offrono tapas di ogni forma e gusto. Decine di locali da “pincios”, con pochi euro salumi piccanti, stuzzichi di pesce, verdure, funghi, carne rosolata. Il tutto con vino giovane o birra. Una tradizione vivissima anche tra i giovani.
E nei tanti ristoranti non fatevi mancare il baccalà alla riojana e la costoletta d’agnello cotta sulla brace dei sarmenti di vite (ciulettas). Un indirizzo giusto è il ristorante Venta de Moncalvillo in località Daroca de Rioja che vi sorprenderà con la carne e il pesce cucinati in sottili ciotole di argilla da rompere in tavola al momento del servizio (www.ventamoncalvillo.com).

Cosa dire ancora …. basta così, corro a prenotare il volo per me e Teresa!!

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