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27/05/11

Fashion Marketing di Mariano Bonavolontà - Il Museo Salvatore Ferragamo: marketing culturale in azione!


Occhi attenti e colti sono aperti da tempo sul patrimonio artistico rappresentato dai musei aziendali, che da meri magazzini ed archivi vedono nuova luce come parte integrante delle aziende, utilizzati come baluardi di comunicazione della cultura e delle radici storiche di un brand. Se, poi, questo trend – ormai maturo – è screziato di moda, tanto meglio: nuove operazioni di marketing e comunicazione nella moda a favore della cultura, patrimoni valorizzati e non lasciati riposare inutilmente in polverose stanze.

Un bellissimo esempio è il Museo Salvatore Ferragamo, incastonato nel Palazzo gioiello Spini Feroni della città di Firenze. Il museo vanta la collezione di scarpe storica di Ferragamo dal 1927 al 1960, organizzata secondo moduli tematici che permettono di organizzare mostre biennali. L’occhio al passato, inteso come spettacolarizzazione della cultura d’impresa, si fonde con il futuro, grazie alle numerose iniziative a supporto dei giovani artisti, quali i concorsi che sono banditi per i giovani stilisti-artisti della calzatura.
Nuovo rapporto con il territorio, partnership di marketing territoriali e marketing turistico, educazione estetica alla cittadinanza, nuova comunicazione più profonda – ed anche “di spessore” – rendono questo museo un caso esemplare del tentativo – ben riuscito – di riprendere l’humus culturale del settore moda ed artigianato, del made in Italy, del gusto e dell’eccellenza. Qualcuno potrà obiettare che queste sono operazioni di puro marketing, che strumentalizzano la cultura. La risposta è contenuta nella stessa provocazione: laddove ci sono cultura, arte, creatività, c’è qualità, per cui, meglio un patrimonio storico-artistico utile anche (ma non solo) per il marketing che un’asettica mancanza di cultura o, ancor peggio (forse), una polverosa rimembranza non valorizzata.

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