Pasta
nera dà corpo alla memoria storica di uno dei migliori
esempi di solidarietà tra Nord e Sud del nostro paese.
Conclusasi la
68esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema, tra vinti e vincitori,
arrotolato il rouge carpet, pensavo al film …… del regista pugliese Alessandro
Piva che porta in scena un documentario intitolato
“Pasta Nera” inserito nella sezione “Controcampo italiano”.
Cibo in scena al
Lido, dunque, simbolo di solidarietà ed
espressione della cultura, dell’evoluzione economica, in una parola
della storia italiana.
La pasta nera, alimento identitario tra sogni e
realtà, racconta una storia ricostruita
attraverso i tanti ricordi di un viaggio fatto da bambini, ma in fondo è
un’unica grande storia di solidarietà italiana. Il tempo del racconto è
scandito dai protagonisti ripresi nelle loro case, nei luoghi dell’infanzia tra
i loro oggetti, le poche foto custodite gelosamente.
E poi la Storia,
quella della ricostruzione. Archivi, cinegiornali e filmati storici
contestualizzano il paese in clima postbellico: le città sventrate, la forza
indomabile delle donne, la condizione infantile nelle grandi città, e poi la
fame. Quella sì che si ricorda. Così
come il colore di quella pasta, nera, che dopo anni di guerra sembrava la cosa
più buona del mondo.
Un viaggio nella
memoria, ma l'Italia e' ancora così? ''Le famiglie che ci hanno ospitato,
aprendoci le loro case, ci hanno restituito un senso della dignità e
dell'accoglienza, ci ha persuaso che il Paese ha ancora stratificato un sistema
di valori forte''.
Lo
sapeva bene chi a tavola metteva la pasta nera, il cibo dei poveri, fatta con i
chicchi di grano che rimanevano a terra dopo la trebbiatura, era pasta nera ma
saziava lo stesso. Come la solidarietà degli Italiani.
Tonia
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