Miei cari, spero abbiate iniziato quest’anno con la solita
dose di “buoni propositi” che poi chissà come mai lasciano il tempo che trovano
e li abbandoniamo a marcire in qualche recondito angolo della nostra mente. Lo
dico, con molta franchezza, perché sono la prima che tiene a farne, come monito
per l’anno nuovo, ma che dopo qualche giorno di durissimo lavoro su me stessa
decido per il mio bene e per la deferenza che nutro verso la totale incapacità
di applicarmi alle cose, di lasciar perdere. Di solito, li appunto su un
qualche foglio che poi stranamente viene smarrito o peggio coperto da qualunque
altra cosa per poi finire nella miriade di cose che mi ostino a conservare, tra
un articolo sul nuovo libro di Tizio e la dieta dell’acqua. I miei tuttavia non
sono così pretenziosi, ma richiedono sempre quel minimo di partecipazione che è
senza dubbio necessaria. Si parte dai classici: iscriversi in palestra,
iniziare a studiare per tempo e cercare di dare un esame dignitoso, leggere di
più, fare passeggiate all’aperto; per poi passare a quelli un po’ più personali
che si spacciano per buoni propositi ma che in realtà sono solo cose che
avremmo.. avrei dovuto fare già da tempo, come: comprare un nuovo cellulare
prima di rispondere a un pezzo di plastica muto, salvare tutta la memoria del
computer su un altro dispositivo per evitare di perdere tutta la mia vita degli
ultimi otto anni di fronte ad un eventuale danno, ritirare la giacca alla
lavanderia che ormai sarà diventata un pezzo del loro arredamento, rispondere
alle e-mail vecchie di mesi, togliere i milioni di scontrini dal fondo della
borsa che ormai se qualcuno ci dovesse cadere dentro una vocina strillerebbe
qualcosa come: “tuffati che è morbido!”… eccetera eccetera.
L’unico problema è,
che so, con assoluta certezza, che farò solo un dieci per cento di tutte queste
cose e non è soltanto una questione d’inerzia. Sono andata a cercarmi i
sinonimi di proposito e indovinate? Idea, intendimento, intento, intenzione,
pensiero. Nessuno di questi lascia intendere la certezza della messa in opera.
Anzi. Perciò, in ultima analisi credo che non dovremmo preoccuparci tanto. È il
termine a essere sbagliato. Se volete mettere in pratica quello che vi siete
soltanto proposti provate a definirli doveri, necessità, vincoli, obblighi,
impegni… e forse quella sarà la volta buona. Anche per me, s’intende.
Raffaella
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