“Primavera non bussa, lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura; ha le labbra di carne, i capelli di grano. Che paura, che voglia che ti prenda per mano; che paura, che voglia che ti porti lontano”. (Fabrizio De André)
L’inverno
è come un letargo dei sensi che il caldo primaverile interrompe, tra uomini e
donne non c’è differenza.
Tutto
riprende vita grazie al cambio di stagione che agisce favorevolmente sul tono
dell’umore e sull’assetto ormonale. Le giornate sono più lunghe, le ore di luce
aumentano, così come le temperature. Si esce di più, lo stress diminuisce e i
valori di dopamina e serotonina (gli ormoni che regolano l’umore) e quelli del
testosterone e dei feromoni (ormoni della sessualità) crescono e così anche il
bioritmo si rivitalizza. Le conseguenze sono immediate: olfatto, tatto, udito, gusto e vista vengono stimolati, la donna
avverte la necessità di essere più aperta verso l’esterno e l’uomo percepisce
questo cambiamento, assecondandolo.
In
pratica si coglie un altro segnale potente di simpatia o avversione, di
sintonia o divergenza. Accade così che siamo portati ad aprirci verso l’altro,
ci si sfiora o ci si abbraccia e grazie al tatto anche la pelle aggiunge i suoi
segnali positivi o negativi. Anche la bocca, nell’apparato gustativo, ha gli
stessi recettori per i feromoni che ha l’olfatto. Non a caso olfatto e gusto sono gli unici due sensi
chimici. Ecco perché se siamo attratti dall’odore dell’altro, quasi
sempre ci piace il gusto dei suoi baci.
“Non
conosco nulla che vellichi così voluttuosamente lo stomaco e la testa quanto i
vapori di quei piatti saporiti che vanno ad accarezzare la mente preparandola
alla lussuria”.
È
con queste parole che il Marchese De Sade descriveva il potere erotico e
afrodisiaco del cibo.
Fin
dall’antichità, infatti, a particolari pietanze sono state attribuite qualità
legate al risveglio dei sensi, della passione, della sensualità. Il cibo è
sempre stato considerato un’arma di seduzione che stuzzica l’appetito e scatena
l’eros. Se andiamo a guardare alle tradizioni della nostra cultura e
soprattutto ai miti, ci accorgiamo che i piaceri della gola sono, da sempre, legati
a quelli della sessualità: il peccato di Adamo ed Eva non viene, infatti,
raccontato dalla tradizione attraverso la metafora della mela tentatrice?
La
sensualità e il cibo s’intrecciano come corpi sin dal momento della
preparazione del piatto, un’alchimia fatta di gestualità, tatto e odori. Emozioni
e sensazioni diverse e, perché no, un eros diverso in funzione del piatto che
prepareremo: un eros più raffinato se pensiamo ai piatti invernali, un eros più
selvaggio e più immediato se pensiamo ai piatti che richiamano la stagione
estiva caratterizzata da odori “forti”, ingredienti freschi nella loro
struttura e consistenza.
E
tu, stai già beneficiando dell’arrivo della primavera? Lo senti il risveglio
del corpo, della mente e dei sensi?
Tonia
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