La Festa del Papà si sta
avvicinando a grandi balze e visto che a conti fatti manca appena una
settimana, che
coincide con il 19 marzo, giorno
di San Giuseppe, per non
farsi cogliere impreparati ecco qui una bella ricetta da segnarsi in previsione
del gran giorno perché che
festa è se manca il dolce?
La tradizione,
specialmente al sud Italia, vuole che in quel giorno si mangino le zeppole di San Giuseppe, ovvero, dei dolci fritti o al forno con crema e amarena. Tipicamente
della Campania, le zeppole sono
apprezzate un po’ in tutto il Paese e sono dedicate al Santo protettore dei falegnami e dei friggitori. Le zeppole
di San Giuseppe, del resto, sono proprio la specialità da sfornare, secondo
tradizione, il 19 marzo, data
che vede appunto coincidere la festa di
San Giuseppe, protettore dei friggitori e dei falegnami, con quella dei papà.
Infatti,
oserei dire: "Napoli inventò le
zeppole, tutta l’Italia se ne leccò le dita". Era il 1857 quando
il filologo Emanuele Rocco propose questa epigrafe in onore del
dolce partenopeo.
Si tratta di dolcetti piccoli e fritti da guarnire
con crema e amarene
spolverizzate di zucchero a velo: ovviamente esiste anche la versione al forno, ma quella preparata in olio e
padella resta comunque quella più fedele alla tradizione e a quello che è
il vero gusto originario di questo dolce. L’accompagnamento migliore per
le zeppole di San Giuseppe, che volendo si possono anche tagliare a metà nel
senso della lunghezza e quindi guarnire di crema anche al centro oltre che
sulla superficie.
La
preparazione delle zeppole è laboriosa, per realizzarle oltre agli
ingredienti servono dell’olio di semi e una padella per friggere, della carta
assorbente, un pentolino per scaldare il latte, un piano di lavoro e una sach a poche. Quest’ultima, in particolare, ha
una doppia utilità: in un primo momento si usa per
formare dei cerchi con l’impasto “disegnandoli”
direttamente nell’olio di semi nel frattempo diventato ben caldo e poi, in una fase successiva, per guarnire le zeppole con la crema preparata a parte con amido di mais,
buccia di limone grattugiata, farina, latte caldo e tuorli d’uovo, durante la frittura, le zeppoline cominceranno a gonfiarsi e prendere
colore: una volta pronte, non resta che scolarle con una
schiumarola, tamponarle con cura in carta assorbente e guarnirle.
‘E canuscite ‘e zeppule? Si pruvenite ‘a Napule ‘a cosa
è assaje probabile, si nun ce crire, pruovale: par’o magnà dell’Angele!
E le
zeppole meriterebbero davvero un monumento: deliziosi
choux sormontati da soffici ricci di crema pasticcera con
l’immancabile Amarena.
Impossibile
resistere!
Tonia
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