Una volta all'anno, sostenevano i latini, è lecito far
follie. Anche a tavola, in previsione della Quaresima chiamata ad annunciare la Pasqua. E allora largo ai dolci ricchi, farciti
golosamente e fritti. Poi avremo tempo per espiare, prima fateci divertire.
È con questo spirito che tra giovedì e
martedì grasso si fanno largo chiacchiere, frittelle, ciambelle
ripescate ogni anno nel bagaglio di quelle tradizioni che stentano a rendere
l'anima al diavolo. Perché nonostante il dolce ormai non si neghi neppure nei
giorni lavorativi, si sa: a Carnevale bisogna esagerare.
E allora, già che febbraio è alle porte e carnevale richiede lunghi preliminari
che abbia inizio la follia!!
Il più diffuso tra le ghiottonerie che vanno a braccetto di
Pulcinella, Meneghino e Colombina prende
nomi differenti a seconda della località: cencio a ricordare la forma sfrangiata delle pezze da spolvero in
Toscana, straccio, chiacchiera in italiano sinonimo della
bugia piemontese, della frappa marchigiana.
Ma quello
che io preferisco è il migliaccio della mia nonna che ho tra l’altro già anche
mangiato. Ma vediamo insieme come si prepara il dolce tipico di carnevale
campano.
Nella mia ricetta uso la ricotta che lo renda
ancora più gustoso, per uno stampo da 20
cm: 125ml di latte, 125ml di acqua, 100gr di semolino, 250gr di ricotta
vaccina, 250gr di zucchero, 4 uova, 50gr di burro, mezza boccettina di aroma
fiori d’arancio, mezzo cucchiaino di cannella.
Passate al setaccio
la semola aggiungete il latte, l’acqua e il burro e portate a bollore,
lasciatela raffreddare, passate al setaccio anche la ricotta, da aggiungere al
precedente composto e mescolate con cura. Montate con la frusta le uova con lo
zucchero. Aggiungete le uova alla semola e aggiungete cannella e fiori
d’arancio. Imburrate e infarinate lo stampo,versate il composto e lasciate
cuocere il migliaccio a 200°statico per 45 minuti. Sfornate il migliaccio e
lasciatelo riposare un po’ prima di gustarlo servito con una spolverata di zucchero
a velo.
Tonia