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15/06/11

Dettagli di Raffaella Maiullo - ultimo giorno...


Questa settimana ho deciso di glissare l’argomento ricercato, artisticamente parlando e dedicarmi ad un altro tipo di arte, forse scadendo nel patetico o peggio nel sentimentale ma lo ritengo necessario e doveroso. Sabato è stato (spero), l’ultimo giorno di scuola della mia. Le sette e cinquantasei. Parcheggio nel solito posto. A stento mi trascino fuori dall’auto e puntualmente dopo aver chiuso ed essermi allontanata mi auto convinco di non aver spento lo stereo così torno indietro. Spento. Eccomi. Me la guardo un po’e  già sento le “lacrime a invadere gli occhi e dagli occhi cadere”. Poi arrivano gli altri, un po’ alla volta come al solito. C’è una malinconia serpeggiante che tutti sentono ma che nessuno racconta perché è ancora troppo presto per dirsi addio. Siamo solo noi, gli unici in tutto l’istituto. L’unica classe che ha deciso di lasciarsi dentro quell’ultimo ricordo. L’ultimo giorno di scuola. L’ultimo sul serio… i minuti che passano si susseguono così velocemente che il tempo sembra essersi dimenticato il suo decorso naturale. E quando ci rendiamo conto che veramente è finita, quando suona l’ultima campanella la consapevolezza del futuro ci trafigge come un pugnale intriso di verità. Ed ecco che voltandomi inizia una serie di lunghi ed inesorabili “ultimi sguardi”. Ultimi non perché sono effettivamente gli ultimi della nostra vita ma piuttosto perché rappresentano una fine. La fine di qualcosa che coincide esattamente con l’inizio di un’altra. Sono di una bellezza sconvolgente  e quando ti capita di incrociarne uno, vorresti fosse infinito. Cogli in un attimo tutto quello che puoi e che non puoi. Lo senti entrarti dentro e ti smuove l’anima, la agita, la scopre, la accarezza.  I movimenti rallentano, si fanno pesanti e quando ci si allontana ci si perde, per sempre. Sarà che sono una fatalista, esagerata e melanconica ma questo è un passaggio troppo “romantico” per non essere scritto in questa maniera. D’ora in poi tutto sarà diverso. Ed ecco perché gli ultimi sguardi sono di vitale importanza per chi se li scambia, perché sono istanti eterni, perché lasciano “l’impressione” nel senso impressionista del termine. Allora teniamoceli stretti questi pezzi di ricordi perché oltre a non tornare sono l’unica cosa che possiamo dire sia veramente nostra.
Via auguro buona fortuna amici miei, buona vita, buoni giorni.

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