"Success is to know something that nobody else knows". EM/ME is focused on the creation fashion outfit in order to inspire new trends. EM\ME has been created since 2009 from Academic volunteers such as one Professors, two PhD students and other postgraduates students. Follow me on twitter @emmemag; facebook @emmemag; pinterest @veronicasq, and instagram @veronicasq
30/09/11
Event di Mirko Rambone- Liz Taylor rivive tra i suoi oggetti all'asta da Christie's
New York. 14 -15 dicembre 2011: non si tratta del classico viaggio a NY prima di Natale ma qualcosa di più bello: ci sarà l'asta di abiti, borse, scarpe, gioielli e quadri di Liz Taylor, che vivrà per sempre nel nostro immaginario di donna diva ed eclettica. Vi potrete immergere nell'infinito mondo del lusso da Christie's, approfittando per comprare un regalo ad una persona importante. Non ci saranno solo vestiti e borse ma, anche, quadri di Picasso ed il dipinto di Andy Warhol, che raffigurò la Liz in un ritratto pop.
Ma non solo lusso, anche charity, dato che il ricavo servirà per finanziare la ricerca contro l'Aids.
Tutto questo lo dobbiamo a lei che ha saputo vivere la vita in ogni sua sfacettatura e godersela fino in fondo: diventa famosa con il telefilm " torna a casa Lassie " successivamente interpreta Amy March in ''piccole donne'', ''la gatta sul tetto che scotta'' e ''Cleopatra''. Per, poi, arrivare a vincere duepremi oscar con l'interpretazione " Venere in Visione " e " Chi ha paura di Virginia Wolf? ". Quando era in scena nessuno poteva smettere di guardarla sia per la sua bravura come attrice che per i suoi suoi splendidi occhioni viola, che ha conquistato i cuori di tanti ammiratori ma, anche di tanti uomini, ben otto. Sarà un evento che vi permetterà di vivere la splendida NY e di toccare con mano ciò che è simbolo dell'essere diva, quindi -3-2-1 aggiudicato!
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29/09/11
Tacchi a Spillo di Marina Marino - COLORE, COLORE, COLORE
La moda estiva risulta sempre frasca e vivace, perché pensata con colori attesi e fantasie
vivaci; l’inverno invece oltre ad essere già triste di per se, lo è reso ancor
di più dalla moda che regolarmente predilige colori scuri e smorti.
Ma fortunatamente, per questo inverno la moda ci ha
riservato una sorpresa:i cappotti non sono più declinati nei classici colori,
nero, blu e grigio ma abbiamo palette di colori fluo che renderanno il tutto
più gradevole;parliamo del giallo, dell’arancione, del verde e del rosso oltre
che del blu elettrico!
Ma il colore contaminerà anche gli accessori, dalle borse
alle scarpe, avremo tanto di quel colore che sembrerà che l’estate non sia mai
finita.
Alcuni esempi:le decolté di jimmy choo dalla punta sottile a
dai colori dell’arcobaleno, i cappotti
Burberry, che per questa stagione ha abbandonato un po il beige e ci delizierà
con tinte forti.
La moda per fortuna ci regala sempre delle sorprese, per
cui:” buon inverno a colori”!
Saluti, a presto Marina
27/09/11
Deshabilée di Chiara Nespoli - Può esistere vera amicizia tra uomo e donna?
Se
un uomo ed una donna passeggiano insieme, scambiandosi sguardi complici
ed è evidente una certa affinità, nessuno avrà alcun dubbio
nell’affermare che si tratti di una coppia, se poi magari sono anche di
bella presenza, il dubbio scompare persino nelle menti meno maliziose.
Perché
si sa l’uomo è predatore, alla donna piace farsi corteggiare, perché la
fisicità è troppo importante e l’attrazione fa il resto …. Ma se
capovolgessimo tutto quanto detto sinora?? Se questi non fossero
null’altro che luoghi comuni? se oltre che la corporalità i rapporti
fossero dati da un incontro di anime?
Allora i dubbi sparirebbero, perché l’anima non ha sessualità …
Tra
un uomo ed una donna possono instaurarsi una miriade di diversi tipi di
rapporti: professionali, affettivi, passionali, amorosi o amichevoli;
non è detto, difatti, che la sfera sessuale debba forzatamente
predominare, in quanto se molti uomini ragionano spesso con quello che
per loro è l’attributo primario, noi donne, invece, godiamo di ottimi
collegamenti tra i nostri istinti primari e secondari.
Non
sempre si è alla ricerca forzatamente di un coinvolgimento amoroso, ma
con meravigliosa semplicità due anime possono incontrarsi un giorno e
decidere che si faranno compagnia per sempre, ma sarà una compagnia
pura, complice, partecipe, ma disinteressata, tale che se una si perde,
l’altra è sempre in grado di ritrovarla. Perché se di attrazione (nelle
più notevoli sfaccettature) ne è pieno il mondo, i sentimenti veri e
candidi sono in forte declino e quando questi si dimostrano per davvero
non avranno una reale dimensione, né maschile, né femminile, perché
andranno oltre …
D’altro canto
avere un vero amico uomo è una carta assolutamente vincente perché si
può, in qualunque momento, fare una capatina nell’opposto universo e
ricavarne ottimi consigli ed utilissime dritte!
E
dunque, amico mio, mai c’è stato nulla di più vero di quanto noi
abbiamo sempre affermato: “io con te, tu con me, sempre ….”.
26/09/11
Fashion Food di Tonia Credendino - IYO, dove saziare lo spirito e il corpo
Milano è
nota per i suoi ristoranti giapponesi. IYO è sicuramente tra i migliori. Qui
la fretta è bandita per lasciarsi cullare da un mondo fluttuante dove saziare
lo spirito e il corpo.
In Italia è davvero
difficile raggiungere gli alti standard europei in fatto di cucina etnica,
nipponica in modo particolare. Eppure qualche rara eccezione che conferma la
regola, a Milano, dove il mercato ittico è uno dei migliori del paese, riesce a
far cambiare idea anche ai più scettici.
Iyo si è conquistato
il suo posto al sole in pochi anni in primis grazie all'eccellente qualità
della materia prima che, parlando di sushi e sashimi, fa realmente la
differenza. E poi la sapienza e la manualità di Haruo Ichikawa,
giapponese doc, che ha al suo attivo anni di esperienza a New York, in Europa e
in Italia. Uno chef che prima ancora di deliziare i palati seduce lo sguardo
dei commensali con la maestria squisitamente orientale nel taglio chirurgico
dei bocconcini e nella cottura sulla scenografica piastra a vista, una delle
attrazioni del locale.
IYO da UKIYO o "mondo
fluttuante" termine con cui si designano la cultura e l'arte cittadina del
periodo Edo, Giappone del XVII - XVIII secolo. Un mondo che fluttua e scorre, tra tinte raffinate, stucco veneziano e
intonaco a fango alle pareti, oro su plafoni, tavoli e lampadari-sculture.
Da non perdere, i gunkan, ovvero i
"bignè sushi" con pesce all'esterno, talmente buoni da generare una
piacevole "dipendenza". E poi i crudi ovviamente, ma anche manzo
Kobe, tonno scottato con sesamo e una splendida e leggera versione della
tempura. Tutto di alto livello, dagli "uramaki" agli
"hossomaki" e ai "temaki", senza contare le sfiziose e
ottimamente presentate "barche" (misto di suhi, sashimi e maki) per
una o più persone. Deliziose le ciotole di riso aromatizzato, le zuppe, le
insalate e il tempura in varie versioni. Ben fatte le preparazioni teppan yaki
sia di carne sia di pesce.
Carta dei vini molto interessante,
italiani, francesi e sudafricani, selezionati con la collaborazione del noto
sommelier Savio Bina, con particolare attenzione alle aziende biodinamiche. In
alternativa sakè, caldo o freddo, thé (verde, al gelsomino e bancha). I dolci,
squisiti, sono realizzati dal celebre chef patissier Ernst Knam. Una nota di merito
a parte merita anche l’eleganza minimal-fashion degli ambienti, curati
dell'architetto Nisi Magnoni un'evoluzione spaziale in cui la luce si insinua
in ogni dove, attraversando sospese opere murarie che assicurano intimità, e
tutto trova il suo ordine perfetto regalando quella sensazione di quiete
promessa.
Assolutamente
da provare magari in dolce compagnia …. e perché no, da proporre per un
appuntamento al buio!!
Tonia
Tonia
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25/09/11
Un giorno con la meraviglia: Great Wall...
Mai tanta maestosità è stata così vicina, mai tanta meraviglia è stata sotto ai miei occhi... oggi ho visitato per voi il Great Wall e posso dirvi che la definizione meraviglia del mondo è più che appropriata. Ho toccato con mano 2600, circa, anni di storia (VI sec a.c.) e visto l'immensità del paesaggio che da quella lunghissima fortezza (6.350 km) puoi ammirare. Il viaggio incomincia da Beijing prendete un bus o fittate una macchina e dopo circa un'ora e mezzo siete arrivati in una delle zone della muraglia:
Mi incammino verso la biglietteria, acquisto il ticket d'ingresso (40rmb) per, poi, dopo acquistare quello per la funivia (cable car, 60rmb), che ti porta alla torre 14. Il progetto è quello di arrivare fino alla torre 23/24 e poi ritornare indetro ed arrivare alla torre 6, dove prendere toboggan (non vi dico cosa sia ma solo che è molto divertente e che vale la pena provarlo) ed arrivare fin giù. Un'impresa ardua ma portata al termine con il sorriso sulle labbra e con i muscoli tremolanti.
Se volete passare una giornata con la meraviglia vi consiglio il Great Wall (Beijing).
Mi incammino verso la biglietteria, acquisto il ticket d'ingresso (40rmb) per, poi, dopo acquistare quello per la funivia (cable car, 60rmb), che ti porta alla torre 14. Il progetto è quello di arrivare fino alla torre 23/24 e poi ritornare indetro ed arrivare alla torre 6, dove prendere toboggan (non vi dico cosa sia ma solo che è molto divertente e che vale la pena provarlo) ed arrivare fin giù. Un'impresa ardua ma portata al termine con il sorriso sulle labbra e con i muscoli tremolanti.
Se volete passare una giornata con la meraviglia vi consiglio il Great Wall (Beijing).
24/09/11
Wellness e fitness di Luigi Manna - Sauna VS Bagno Turco...
Il bagno turco, usato fin dai secoli
per rilassarvi, è un trattamento simile alla sauna, ma più delicato.
Conosciuto fin da tempi più remoti, il bagno sudorifero a vapore,
detto bagno turco, apparteneva alla stessa antichissima tradizione dei "
bagni purificatori". Vediamo, ora, la differenza con la sauna : il bagno
turco è un applicazione idrica sotto forma di vapore caldo,
sostanzialmente si effettua in un ambiente isolato e impermeabilizzato
in cui si è avvolti da una nuvola di vapore saturo alla temperatura di
45-50°C, invece, la sauna è essenzialmente secca, dato che la temperatura
è meno elevata rispetto a quella all'interno della sauna. Pertanto, la permanenza
nel bagno turco può protarsi più a lungo, anche se sono le edigenze e
le preferenze personali a far da riferimento. Inoltre, il bagno turco, per le sue proprietà, è una delle migliori
terapie per combattere tensioni, stress quotidiani, acne, dermatiti e
produce effetti rilassanti Infatti, la dilatazione dei pori provocata
dal calore facilita la penetrazione del vapore e permette all'epidermide
di liberarsi di tutte le impurità acquistando luminosità, elasticità e
morbidezza Un particolare interessante: mentre la sauna è
assolutamente controindicata in caso di raffreddori e influenza un
solo passaggio nel bagno turco può esser di grande aiuto per disturbi
respiratori. Non ci credete? venitemi al mio centro Well
Chiaia Club via rampe brancaccio 6 , 80132 Napoli info-line 081 6580280.
Vi aspetto e ricordate : Your Wellness is My Mission.
Luigi Manna P.T.M.F.S.
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23/09/11
Event di Mirko Rambone-John Richmond. Women Spring Summer 2012
All' apertura della Fashion Week milanese troviamo, tra i tanti di fama,
John Richmond. In passerella uno stile punk sull' onda degli anni anni 70/80.
Un look amato tanto dai più giovani, e
dai meno giovani. La collezione p/e 2012
esalta l' eleganza del nero. sveltito e impreziosito sapientemente dal
bianco. Allunga le gonne. Le zip
diventano un elemento di decoro per particolareggiare i tailleur total black.
Pelle con frange, pitone, pelli metalliche e bianche. Dei teschi giallo oro
decorano l' abito red carpet della collezione.
A Londra J.R. conosce prestissimo il Manager italiano
Saverio Moschillo, il quale gli mette a disposizione la sua rete di
distribuzione di mezzo mondo. E la partnership continua ad essere viva con
enorme successo. Il tutto in uno stile
che è una vera bomba. Un unione tra il diavolo e l' acqua santa. Questo è uno
stile che distrugge, disorienta e disordina sempre. E' impossibile annoiarsi ad
una sfilata come queste.
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22/09/11
Tacchi a Spillo di Marina Marino- “Ad ognuno la sua pelliccia”
Sicuramente nella storia della moda e del costume, la
pelliccia ha assunto un ruolo fondamentale;scelta dai primati per coprirsi e
riscaldarsi, è divenuta nel tempo, sempre più un capo che indicava lusso ed
eleganza.
Ancora oggi è considerato tale, ma senza tener conto della
miriade di tessuti oggi prodotti per riscaldarsi dal freddo.
Ed allora mi chiedo: “Come mai vengono ancora prodotte e
perchè c’è cosi’ tanta domanda?”
L’unica spiegazione plausibile è che forse non si conoscono
bene le modalità di produzione di questo capo.
Sono dunque necessarie delle delucidazioni:Visoni,
ermellini, volpi, per diventare pellicce, vengono squoiati vivi per mantenere
intatto e lucido il pelo, o vengono uccisi in camere a gas simili a quelle
utilizzate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale per sterminare gli
ebrei.
Ed allora perché ancora oggi c’è tanta indignazione per
quell’accaduto, e per gli animali si continua a farlo ancora oggi?
Perché si attribuisce alla pelliccia degli uomini più
importanza di quella attribuita agli animali?
Ad ognuno di voi l’ardua sentenza…….
Saluti,
Marina
21/09/11
Dettagli di Raffaella Maiullo- Diman tristezza e noia recheran l’ore
Le attese. Quelle
dolci però, non quelle interminabili delle file agli sportelli di un qualche
ufficio per chiedere informazioni che nemmeno sanno darti oppure quelle dal
dentista che oltre ad essere estenuanti sono soprattutto ansiogene. Quelle attese
che ti scaldano il cuore, quelle a cui pensi quando magari sta andando tutto
male oppure semplicemente non vanno come te le eri immaginate. Tutto si ferma,
fai un grande respiro, e spunta un sorriso all’angolo della bocca che rasserena
l’animo. Ma io non sono capace di spiegarvelo come Leopardi, lui, che
nonostante una vita piena di tristezza e di pessimismo cosmico è riuscito a
racchiudere in una poesia il senso più magico di quel sabato e che, vuoi o non
vuoi, è rimasto indelebile nelle nostre menti sin dalle elementari, sin dalla
prima volta che siamo stati costretti a impararla a memoria un po’ reticenti o
comunque dediti ad altro. La mia dose di dolcezza l’ho sperimentata diverse
volte, soprattutto quando ero bambina e non so per quale strano motivo adoravo
andare al supermercato con i miei genitori, bastava che mia madre mi
promettesse che mi ci avrebbe portata il giorno dopo a calmarmi da qualunque
pena potesse affliggere una bambina di cinque anni. Quindi, nonostante ora quei
cinque siano stati superati di gran lunga ancora mi consolo con l’idea del
giorno che aspetto. La mia bella dose di felicità, la medesima della
preparazione alla domenica Leopardiana l’ho sperimentata nell’ultimo mese. Sin dal
giorno in cui è stata confermata la data del concerto di Caparezza. Da allora
ero come in preda a un’euforia latente che si manifestava per ogni sciocchezza
mi capitasse. Immaginatevi la desolazione quando scopro che i corsi all’università
sarebbero iniziati il giorno dell’evento! Erano i miei primi giorni, non potevo
perderli… eppure, la mia attesa doveva essere ripagata in qualche modo. Decisi che
per il bene dei miei ricordi di ultimi spazzi di adolescenza sarei andata al
concerto. L’attesa nell’ultima settimana era così presente che se ci fosse
stato un coltello avrei potuto tagliarne un po’ per tutti e offrirvela,
talmente era deliziosa. Ed ecco arrivato il giorno. Non vi dico cosa ho provato
quando, ancora mezza addormentata, sentivo il diluvio che c’era fuori. Ma non
potevo perdermi d’animo per questo. Prima o poi smetterà, mi sono detta (forse
dovrei anche aggiungere che ho pregato, come mai nella mia futile vita per la
serie di cose futili che la compongono e ho invocato anche gli spiriti del sole
se può interessare). La pioggia ad un tratto si stanca e scompare per mia
grande gioia. Bene. Ormai è ora, chiavi alla mano e fratello lato passeggero
imbocchiamo la strada della felicità. Una volta arrivati cerchiamo di
guadagnare le prime file già accuratamente occupate da ore; senza farci
scoraggiare da questo iniziamo ad aspettare, ora l’attesa la tocchiamo con
mano, ci sfiora, ci penetra quasi, è tutt’intorno. Ed ecco che le luci si
sfumano, parte la base e non ho neppure il tempo di alzare la testa al cielo
che cominciano a cadere su di noi goccioloni grossi come palline da tennis così
nel giro di quindici secondi siamo zuppi da capo a piedi senza possibilità di
movimenti di nessun genere, tra la folla partecipe della nostra malcapitata
sorte. Una mia amica apre un ombrello e non so come ci si infilano sotto circa
dieci persone. La situazione è ormai insostenibile. L’acqua è gelida e ci si
spintona senza sosta. Ma non mollo, il concerto si farà, ne sono sicura! Cerchiamo
in qualche modo di creare un po’ di spazio intorno a noi ma è praticamente
impossibile. Per quanto fosse catastrofico il tutto non riuscivamo a smettere
di ridere, in modo convulso, direi. I minuti passano e la pioggia rimane
incessante. Il concerto viene annullato. Credo, anzi sono sicura che per
qualche minuto il significato della parola annullato non mi è stato chiaro poiché
nella follia generale continuavo a chiedere a tutti se fosse vero. Ecco l’epilogo
di un sogno infranto. Ma c’è sempre una morale. Eccola: quello che ci regala il
sabato, le sensazioni, le emozioni, il moto d’animo, la gioia e soprattutto
quel costante immaginarsi le cose decisamente più belle di quelle che saranno è
impagabile. Però poi, avrei preferito vedere anche il concerto.
Raffaella
20/09/11
Deshabillée di Chiara Naspoli - Desideriamo sempre ciò che non possiamo avere?
Di relazioni complicate ne è pieno il mondo,
di appuntamenti non a lieto fine o meglio con un fine già scritto e rivisto ne
abbiamo piene le tasche, tuttavia molto spesso ci chiediamo perché ci caschiamo
sempre? Per quale ragione ben conoscendo un po’ di “stereotipi” maschili ci
andiamo a ficcare sempre in quella situazione complessa tanto da farci star
male?
E’ dai tempi del liceo che si configura per
molte la stessa trama: corteggiatissime, ma mai soddisfatte …. Perché tra i
potenziali pretendenti non c’è esattamente Lui, si proprio LUI, bello e un po’
tenebroso, beneducato quanto basta, maleducato quando serve, scaltro e con quei
modi da gentleman che farebbero
cadere tutte ai suoi piedi, non fosse altro che …. Piccolo particolare …. Lui
non ha alcuna intenzione di farsi accalappiare in una qualunque relazione!
L’universo attorno a noi appare tuttavia
ristretto, perché in fondo è necessario avere proprio ciò che desideriamo
altrimenti non ne vale la pena!! Però non è che quel che desideriamo è spesso
in contrasto con ciò di cui necessitiamo realmente?? Il gentleman dall’aria
tenebrosa e il boccolo biondo corrisponderà probabilmente al nostro stereotipo
di bellezza, ma siamo davvero certe che poi abbia le carte giuste per noi?
Spesso siamo un po’ offuscate dai cosiddetti
belli ed impossibili, che non ci concentriamo su ciò che di meglio offre la
piazza e ci facciamo annebbiare la mente da pochi piccoli particolari, da cui
spesso sfugge l’essenza nella sua totalità.
Spazio dunque non solo alle sfide ed alla
caccia ai nostri miti, ma anche ai belli e possibili, che magari potrebbero
nascondere qualche arma in più che ancora non conosciamo …. Esploriamo bene,
dunque, l’universo circostante e concediamoci e concediamo diverse possibilità,
prima di chiuderci in un uno stretto raggio d’azione!
Ed ora vi lascio con le note dellla Gianna Nannini: www.youtube.com/watch?v=xoco58gF8h0
Chiara
19/09/11
Fashion Food di Tonia Credendino- Pasta Nera, storia italiana di grande solidarietà
Pasta
nera dà corpo alla memoria storica di uno dei migliori
esempi di solidarietà tra Nord e Sud del nostro paese.
Conclusasi la
68esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema, tra vinti e vincitori,
arrotolato il rouge carpet, pensavo al film …… del regista pugliese Alessandro
Piva che porta in scena un documentario intitolato
“Pasta Nera” inserito nella sezione “Controcampo italiano”.
Cibo in scena al
Lido, dunque, simbolo di solidarietà ed
espressione della cultura, dell’evoluzione economica, in una parola
della storia italiana.
La pasta nera, alimento identitario tra sogni e
realtà, racconta una storia ricostruita
attraverso i tanti ricordi di un viaggio fatto da bambini, ma in fondo è
un’unica grande storia di solidarietà italiana. Il tempo del racconto è
scandito dai protagonisti ripresi nelle loro case, nei luoghi dell’infanzia tra
i loro oggetti, le poche foto custodite gelosamente.
E poi la Storia,
quella della ricostruzione. Archivi, cinegiornali e filmati storici
contestualizzano il paese in clima postbellico: le città sventrate, la forza
indomabile delle donne, la condizione infantile nelle grandi città, e poi la
fame. Quella sì che si ricorda. Così
come il colore di quella pasta, nera, che dopo anni di guerra sembrava la cosa
più buona del mondo.
Un viaggio nella
memoria, ma l'Italia e' ancora così? ''Le famiglie che ci hanno ospitato,
aprendoci le loro case, ci hanno restituito un senso della dignità e
dell'accoglienza, ci ha persuaso che il Paese ha ancora stratificato un sistema
di valori forte''.
Lo
sapeva bene chi a tavola metteva la pasta nera, il cibo dei poveri, fatta con i
chicchi di grano che rimanevano a terra dopo la trebbiatura, era pasta nera ma
saziava lo stesso. Come la solidarietà degli Italiani.
Tonia
17/09/11
wellness e fitness di Luigi Manna- Sale e pressione arteriosa..
Secondo l'Organizzazione
Mondiale della Sanità, il sale indurrebbe un aumento dei
valori pressori, poichè renderebbe più difficoltoso per il sistema
cardiovascolare regolare sia la pressione sanguinea sia la temperatura. Tuttavia, non sempre accade ciò, da un recente
esperimento, condotto su un campone di ventidue soggetti sani di sesso maschile, in cui ad ogni soggetto veniva data la somministrazione di acqua e sale al fine di poter notare la diversa reazione, qualora ci fosse stata, all'ingerimento del sale abbinato all'acqua. Il risultato è stato che ad alcuni soggetti è diminuita la temperatura corporea, invece in altri no. Questo ci insegna che ognuno di voi è diverso dall'altro e per prendervi cura di voi stessi, vi consiglio, di affidarvi sempre ad un esperto.
Luigi
Luigi
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16/09/11
Event di Mirko Rambone - Race for the cure
Ai Giardini Margerita di Bologna nei giorni
che vanno dal 23 al 25 settembre 2011 ci sarà la V edizione di un week-end per
chiunque abbia voglia di scoprire il piacere
dello sport e del benessere. Il tutto a favore della ricerca per il
tumore al seno.
Donare è un gesto di altruismo, facile da
compiere, ed assolutamente indispensabile per salvare delle vite, perche' LA VITA è UN DIRITTO. A volte non ci
accorgiamo di chi davvero necessita di noi. Persone che soffrono da anni, e
ahimè non hanno soldi per pagare le cure mediche! Chi non ha abbastanza denaro, può comunque
rendersi utile dando un po' del proprio
tempo. I volontari sono una grande risorsa per le associazioni, e la vera forza
motrice.
Race for the cure è una raccolta benefica a
favore della fondazione di Susan G. Komen. Un'occasione, si per capire le
cause e i disturbi che può causare il tumore al seno alle donne, ma anche un
motivo in più per fare footing di
domenica tutti insieme, o una piacevole passeggiata, dove l’importante, non è vincere, è passare del tempo nella pace della natura con le persone care. Ma
senza dimenticare il nostro amico a 4 zampe che potrè essere il protagonista della
maratona a 6 zampe.
Inoltre,
alla Race for the cure, oltre al premio dato ai primi classificati della maratona, e alle squadre più numerose della
gara, domenica 25 verrà estratto un soggiorno a New York. L' evento, nato in
America già nel 1982 promuove con Samsung la campagna:
”More than talk'” per sostenere la ricerca di
Susan G. Komen nella sua attività.
Raccogliendo circa 5 milioni di dollari per la causa. Da maggio fino a
dicembre di quest'anno è in corso una promozione: Per ogni smartphone galaxy
next venduto, samsung verserà un contributo per la ricerca.
L’evento iniziera’ venerdì mattina e sarà
possibile partecipare a lezioni di fitness, sessioni educative sulla
prevenzione dei tumori al seno e tanto altro. Chiunque volesse iscriversi può
farlo dando una quota di 10 euro (sia per gli adulti che per i bambini) oppure
versando qualcosa in più come gesto di beneficenza.
Mirko
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15/09/11
Tacchi a spillo di Marina Marino -“THE LADY”
Il cinema è da sempre il mezzo attraverso il quale è possibile raccontare
storie e vite straordinarie. E’il caso di “THE LADY”, film diretto da Luc
Besson, dove l’attrice Michelle Yeoh indossa i panni di Aung San Suu Kyi, attivista birmana costretta
agli arresti domiciliari per aver voluto opporsi alla dittatura in maniera non
violenta. L’attrice ha presenziato al festival del cinema di Venezia e
presentato il film indossando un abito cocktail di VERSACE, un tubino nero
attraversato da una saetta blu cobalto, che risaltava la sua grazia e le sue
forme longilinee.
L’attrice ha con l’attivista molti elementi in
comune:l’innata eleganza, lo sguardo profondo che guarda oltre l’orizzonte,
l’allure etereo ma che allo stesso tempo da l’idea di forza.
La Aung infatti, racchiude in se due anime:la donna
sofisticata ed elegante, che pur costretta agli arresti domiciliari non ha mai
rinunciato alla sua femminilità, alle sue perle ai lobi, al suo chignon ornato
di fiori, alle sue mise dai colori fluo, alla sua frangetta che le incornicia
il viso.
Insomma una donna dall’aspetto fragile, ma dalla tempra
d’acciaio, forgiata dalla figura paterna forte e dagli ideali precisi;La San
Suu Kyi, ha sopportato ventuno anni di carcere, la lontananza dalla famiglia,
dai figli, e soprattutto dal marito al quale non è stato neppure permesso di
salutarla prima che un cancro se lo portasse via.
Una donna come poche, con le proprie vanterie, le proprie
velleità, ma con una testa e un coraggio che le hanno permesso di sfidare un
regime fatto di uomini non in grado di comprendere la sua grandezza.
Per cui: CHAPEAU…………..!
Magari oggi ci fossero in giro più donne come lei!
Marina
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14/09/11
Dettagli di Raffaella Maiullo- L’ospedale delle bambole..
Preferisco usare un incipit diverso, senza utilizzare frasi retoriche
che vorrebbero far intendere una sorta di nostalgia dei vecchi tempi, anche se
poi così vecchi non sono, oppure scadere nel banale con un “tutti siamo stati
bambini”, per
introdurre l’argomento e farvi capire di cosa parleremo in questa giornata di “dettagli”: Vi parlo del mio giocattolo preferito.
Lei aveva dei boccoli neri lucenti ma un po’ troppo corti per essere una
bambina e un paio di occhioni marrone cioccolata così grandi che quelli dei manga
sarebbero stati due tic-tac a confronto. Indossava un vestitino rosso di
velluto, col colletto bianco di uno splendido pizzo lavorato, idem l’orlo della
gonna. Il mio giocattolo era una bambola, ma non era una delle tante, non era
una barbie o simili. Se ne stava seduta, incollata a quello sgabellino di legno
scuro e agitando le braccia armate di bacchette, a suon di cordicella,
rigorosamente nascosta dalle balze dell’abito, su uno xilofono che aveva tutti
i colori del mondo. In una parola, la definirei meravigliosa. Per mia fortuna
non si è mai ammalata, non ha mai avuto alcun tipo di problema di salute e
se ne sta ancora qui, sulla mia scrivania. Non so cosa avrei fatto se le fosse
successo qualcosa, tuttavia qualche tempo fa, su una rivista pescata nel mucchio
di quelle immancabili delle sale d’attesa del dentista, che però risalgono alla
data dell’inaugurazione se tutto è nella norma, trovai un articolo veramente
interessante che parlava di un ospedale, non uno comune, bensì di un ospedale
delle bambole. Una bottega gestita dal primario Tiziana Grassi e dai suoi
collaboratori, nelle cui mani vengono a trovarsi casi di tutti i generi. il più
delle volte gli interventi interessano in campo ortopedico e oculistico, così è
molto facile trovare tra gli scaffali del negozio braccia gambe di ogni genere
e soprattutto cassetti colmi di piccolo occhietti pronti a sostituire quelli
malandati delle pazienti. Tanto è vero che, il nome nasce proprio dal commento
di un passante, che impressionato dalla quantità di arti abbia esclamato: << mi sembra di essere in un ospedale!>>. Le bambole che
entrano qui, escono sempre sane e belle come appena scartate dal pacco ma c’è
una malattia che risulta incurabile: il morbo della bambola triste. Racconta,
infatti, Tiziana, che la plastica di alcuni giocattoli realizzati negli anni
cinquanta, oggi risulta irrimediabilmente deformata, e caso ha voluto, che il
viso prendesse la piega di un volto triste e cupo. La tradizione però la fa da
padrone, in quest’angolo da favola, fu proprio il bisnonno di
Tiziana e scenografo del San Carlo, ad avere l'intuizione di una struttura dove
i giocattoli potessero tornare a nuova vita… ed è molto facile trovarvi, anche,
volti noti come: Renzo Arbore o lo scrittore Luciano De Crescenzo.
Quindi, potete dormire sogni tranquilli: le vostre bambole avranno vita eterna. Quand’anche dovesse accadergli qualcosa ci penseranno i dottori dell’ospedale
a ridargli il tempo e il sorriso, almeno ché non siano stati realizzati negli
anni ’50.
Raffaella
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Tiziana Grassi
13/09/11
Deshabillé di Chiara Nespoli- Lontano dagli occhi, lontano dal cuore?...
Le storie a distanza sono destinate a durare??
C’è chi sostiene che la lontananza riesca a riscaldare e
alcune volte rinsaldare i rapporti, altri diversamente pensano che rappresenti
il nemico numero uno di una potenziale relazione, il succo della domanda che
oggi ci poniamo è: è possibile amarsi a distanza? I detentori di record di
rapporti duraturi suggeriranno che l’amore è condivisione e che la freddezza di
un telefono o della rete non possono di certo sostituirsi ai caldi abbracci,
tuttavia c’è da pensare che quando il sentimento è reale e possiede una certa
forza vitale non esistono oceani che possano placare il suo evolversi.
Oltretutto chi vive “a distanza” non sa nemmeno cosa sia la monotonia o la
routine, in quanto gli incontri sono sempre dettati dalla molta passione e
spesso è l’improvvisazione a fare da protagonista. In verità non mi sento né di
criticare, né di elogiare a priori le cosiddette storie a distanza, in quanto
convengo sull’amore senza frontiere, ma è pur vero che è anche quella “banale”
quotidianità a rendere speciali le relazioni e vivere ogni attimo, cercando di
assaporare ogni momento, crea un feeling preziosissimo. La soluzione al nostro
quesito sta, a mio modo di vedere, nel mezzo: lontani si, ma dagli occhi, non
dal cuore!! Ciò significa che la distanza dovrebbe essere di durata ponderata
alle esigenze della coppia, ma di certo tale da poter essere annullata appena
si riesce!
Cuore, cervello ed occhi è meglio che camminino
all’unisono!!
Dato il tema Vi consiglio di vedere Amorea Mille.. Miglia http://www.youtube.com/watch?v=osLAD90vnHc
Chiara
12/09/11
Crescere vuol dire anche investire…
Domina, marchio storico
della distribuzione alimentare, ogni anno reinveste parte degli utili nel
sostegno del marchio, nell’analisi della domanda, nelle strategie di promozione
della brand equity attraverso il sito web vetrina www.gruppodomina.it,
nella rivitalizzazione del brand ed in progetti di ricerca di nuove opportunità
e clienti sul territorio, collaborando attivamente con le facoltà del Sistema
Universitario Campano ed in particolare con la Seconda Università
degli Studi di Napoli. Negli ultimi anni sono stati profusi numerosi sforzi di
sostegno della marca anche grazie agli strumenti di social network e
promuovendo il brand all’interno di seminari, eventi fieristici e conferenze
internazionali (Sana Bologna, Fiera GDO & Retail, International Conference
Research, Production and Management) in collaborazione con docenti delle
Facoltà di Economia e di Scienze MM.FF.NN. della Seconda Università degli Studi
di Napoli. Gran parte degli investimenti sono tuttora dedicati alla pubblicità,
alle rilevazioni dell’awareness attraverso questionari ed azioni mirate al fine
di tenere vivi, nella mente del consumatore, i valori che da sempre
contraddistinguono il marchio: innovatività, affidabilità e convenienza.
Domina è un marchio registrato della Nicola Cristillo SAS di Michele
Cristillo (Via Ruggiero, 86 – 81100 Caserta – Per info: info@gruppodomina.it – 0823.351.423 –
333.5782962– P.IVA 01535150617
Domina è impegnata nel corporate brand rental a livello nazionale e si avvale della consulenza di docenti di Management e
Gestione delle Imprese afferenti alla Seconda Università degli Studi di Napoli ed all’Università di Napoli “Parthenope”
Società di comunicazione e brand evaluation: Ichnos SRL (Napoli) – info: veronica.scuotto@gmail.com
Domina è impegnata nel corporate brand rental a livello nazionale e si avvale della consulenza di docenti di Management e
Gestione delle Imprese afferenti alla Seconda Università degli Studi di Napoli ed all’Università di Napoli “Parthenope”
Società di comunicazione e brand evaluation: Ichnos SRL (Napoli) – info: veronica.scuotto@gmail.com
Fashion Food di Tonia Credendino- Amaro Ramazzotti alla Vogue Fashion Nigth Out 2011...
Un
fine settimana di vero fermento ….. in occasione della Vogue Fashion Night Out, la carica creativa e spiritosa di Amaro Ramazzotti ha abbracciato i quattro angoli del
quadrilatero della moda con un percorso di stile firmato Ramatonic che ha premiato
i fan della notte bianca più glam dando appuntamento in Terrazza Ramazzotti
per un omaggio a tema comic. Sedotto
dalla movida della shopping night benefica a favore dell'ambiente che coinvolge
tutte le capitali fashion system, Amaro Ramazzotti ha animato le boutique Etro, Stone Island, Bikkembergs
e la Galleria Nilufar.
1+4,
l'equazione vincente del long drink
Ramatonic (1 parte di Amaro Ramazzotti e 4 di acqua tonica con
ghiaccio e fetta d'arancia), diventando una formula itinerante: 1 comune
denominatore per 4 importanti snodi dello stile made in Italy.
L'amaro
cosmopolita protagonista delle nuove tendenze metropolitane, ha aggiunto gusto
alla Vogue Fashion Night, l'amaro italiano che ha conquistato il mondo sposa lo
spirito festaiolo, friendly ed eco-responsabile della Vogue Fashion Night Out. Umorismo
e creatività, ma anche una dichiarata vocazione green espressa concretamente
dalla riduzione di peso del 10% della bottiglia che ha permesso una diminuzione
del carbon foot print. Ramazzotti, inoltre, è il brand Pernod Ricard
ambasciatore di un articolato progetto aziendale all'insegna
dell'ecosostenibilità.
Per
chi c’era …..non potrà smentire il divertimento senza cader vittima del
"fashion jet-lag".
11/09/11
Charme e Relax di Giuseppe Musella- Maldive….Maldive….
Per chi avesse ancora qualche giorno, cosa ci sarebbe di
meglio?
La concretizzazione di quella che è l’idea che abbiamo del
paradiso.
Certo, il viaggio è lungo e non particolarmente economico
ma, dopo quelle ore di volo, di certo non vi pentirete.
Lasciate perdere quello che vi dicono dei colori delle
spiagge di qualsiasi altra parte del mondo…quella è davvero bianca e
finissima..e poi i colori del cielo, del mare, della vegetazione….i coralli
della laguna e i pesci tropicali.
Oppure la sensazione di vivere scalzi, entrare al ristorante
sentendo i granelli di sabbia tra le dita dei piedi e la possibilità di vivere
ascoltando solo il rumore del mare.
Non importa l’atollo, non importa il villaggio e nemmeno se
la vostra over-water sia, o meno , dotata della Jacuzzi.
L’importante è andare lì….
Ps…si può partire anche con uno zaino; tutto ciò che vi
servirà sarà il costume….
Giuseppe
10/09/11
Wellness e Fitness di Luigi Manna- Kilocaloria...
Cari
lettori\trici di EMME , quante volte avete sentiti la parola CALORIA, oggi il
vostro P.T. vi spiegherà di cosa si tratta ...
Si definisce come KILOCALORIA la quantità di calore necessaria ad aumentare di 1°C, la temperatura di 1kg di acqua. Il simbolo per kilocaloria è Kcal. Le varie sostanze alimentari si differenziano in base al contenuto calorico. Ad esmpio, un bicchiere di succo di albicocca ha indicativamente un valore calorico di 70kcal, cioè possiede una quantità di energia sufficiente ad elevare di 1°C la temperatura di 70kg di acqua. La caloria è esprimibile in unità di lavoro e, quindi, non ha nulla a che fare con la provenienza. In altre parole, è sbagliato pensare che 500 kcal di gelato al cioccolato con panna montata spolverata di noccioline facciano ingrassare di più di 500 kcal che provengono da un melone, dal formaggio, da una pizza o da un tramezzino al salmone, 500 kcal sono sempre 500 kcal.
Si definisce come KILOCALORIA la quantità di calore necessaria ad aumentare di 1°C, la temperatura di 1kg di acqua. Il simbolo per kilocaloria è Kcal. Le varie sostanze alimentari si differenziano in base al contenuto calorico. Ad esmpio, un bicchiere di succo di albicocca ha indicativamente un valore calorico di 70kcal, cioè possiede una quantità di energia sufficiente ad elevare di 1°C la temperatura di 70kg di acqua. La caloria è esprimibile in unità di lavoro e, quindi, non ha nulla a che fare con la provenienza. In altre parole, è sbagliato pensare che 500 kcal di gelato al cioccolato con panna montata spolverata di noccioline facciano ingrassare di più di 500 kcal che provengono da un melone, dal formaggio, da una pizza o da un tramezzino al salmone, 500 kcal sono sempre 500 kcal.
AMATEVI . YOUR WELLNESS IS MI MISSION.
Luigi Manna P.T.M.F.S.
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